Prendete una vostra ex collega, una persona fresca e trasparente come acqua che scorre, una donna affascinante ed autentica.
Quello che in tanti sogneremmo lei lo ha fatto: ha lasciato la grande azienda, che le offriva un lavoro sicuro, ma grigio ed atrofizzante, e si è tuffata in un mare di progetti e sogni che ha iniziato e lasciato fino a che non ha raggiunto il suo approdo. Sabato scorso ha aperto “BIS”, un delizioso take away italiano.
Il posto è a Roma, in un quartiere che non amo particolarmente e quindi conosco poco: Borgo Pio. La sua strada però è Via Vitelleschi ed guarda su Castel Sant’Angelo, cosa che cambia totalmente la prospettiva.
BIS ha due vetrine su strada, buttandoci un occhio sarete colpiti dall’aria accogliente e nuova che si respira in questo posto: pavimento laccato di bianco, schizzi di verde pastello alle pareti, cuscini a grandi pois e piantine incastonate in cassette di San Marzano.
E poi c’è lei col suo sorriso nascosto sotto un grande cappello da cuoco, lei che ti porta per mano tra i vari piatti preparati e ti racconta perchè li ha voluti, perchè per lei sono speciali. E te ne parla con la passione di chi ti racconta di qualcosa di proprio e ti lascia con una sensazione di inadeguatezza per il fatto che tu, più di tre piatti, proprio non ce la fai a provarne…
Quando ci siamo andati lunedì, BIS aveva aperto da soli tre giorni e clienti entravano ed uscivano numerosi e si instaurava una tale alchimia tra le due parti del bancone che sembrava che quel posto fosse stato lì da sempre.
Alcuni piatti li cucinano sul momento, altri sono già pronti. Ci sono gli “spezzafame”, le tielle e le torte; le paste, i panini e le insalate. Poi lei candidamente di confessa che la loro vera specialità sono le polpette, e allora tu ti arrendi.
L’olio in bustina viene dalla Sicilia, perchè tra i monouso è il migliore, e c’è un distributore perenne di acque e succhi, che inizialmente prevedeva anche il succo di mela, ma che non credo ci sia più perchè io e Raimondo lo abbiamo prosciugato senza vergogna.
Le confezioni sono molto carine, le posate in legno, tutto è totalmente biodegradabile, anche i bicchieri di plastica, perchè quella sembra plastica, ma non è proprio plastica (chiedete a lei, io non ho capito).
Anche se Bibi è sempre un po’ asociale e si era portata il latte da casa, le leggevo neglio occhi che lei avrebbe scelto la pizza di scarole, l’insalata con un trancio di salmone al vapore e la torta di fragole con ricottina fresca.
L’ho avvisata: guarda che olive nere e latte ti faranno acido, ma lei è un tipetto deciso. E che ci posso fare se per me ogni suo desiderio è come se fosse il mio?
Ma che, vi siete messe d’accordo tu e grazia? All’unisono!!!
davvero?
E pure tu mi hai fatto venire voglia di Bis. Io nn lo so, ma cosa devo fare… io sto a dieta… ma se vado là mi magno tutto!!!!!
Attento agli spezzafame. Mi sembravano belli calorici… Nextlola avrebbe approved!!
copiona!
io cmq sono rimasta attaccata al palato e alle papille…quel panino mi possiede.
in pratica noto con BIS-piacere che ho parlato quasi solo di LUI!
e però c’è anche Aimondo! 😉
Copiona a soreta.
Attendiamo con ansia allora la recensione di Aimondo. Non c’è due senza tre…
http://tometooyou.blogspot.it/2013/05/tre-giorni-roma-bis.html
ahahahahah!!!
?
Recensione postata!!!!
http://aimondomoichi.wordpress.com/2013/05/03/bis-a-borgo-pio-una-cosa-santa/
Ecco il link
Borgo Pio, Castel dell’Angelo …. immagino quanto capitale ci ha investito la tua amica “chiara e fresche acque” !!!
evviva questo grande coraggio. anche noi dal nord un giorno ci passeremo, pizza di scarole anche a me.
Ci vuole coraggio e devozione e forse un briciolo di follia che ti consenta di crederci davvero. Quindi la mia massima stima ed invidia ^__^
Hai ragione, c’è anche della follia, ma ad avercene di persone così…
fanno consegne a domicilio? tipo al nord, intendo…
🙂
Ci potresti provare… o tu una volta che vieni a vedere l’Angelus… 😀
io ci son stata (non all’angelus però), anzi due volte, ma diamine! la tua amica non aveva ancora aperto!
ma senti, vediamo se mi puoi aiutare, dodici anni fa sono stata in una pizzeria assolutamente non fighetta che al muro aveva appese tante maschere. forse nel quartiere di san lorenzo? non so perchè ma mi piacerebbe sapere dove sono stata, ci aveva portato un ragazzo che studiava a roma. dai, illuminami!
Spargo la voce in giro… io non è che sono questa autorità. Ti faccio sapere cosa mi dicono…
via degli umbri 15? pizzeria MASCHERE 🙂
Uanima, questa sì che vuol dire “Essere una donna di mondo”…
non ho modo di verificare, ma grazie mille!!! che figata!
che splendido coraggio. che bello sia il cammino, sempre, per chi ha la capacità di seguire i propri sogni.
(p.s. devo ancora capire il motivo per cui i bimbi “under-two” abbiano un’attrazione viscerale per le olive. non tengo statistiche, ma se dovessi farlo credo che la percentuale di coloro che fremono, di fronte a tali, come di fronte al desiderio più grande della loro vita raggiunga il cento senza incertezze. mah.)
Viene voglia di andarci. La grigia multinazionale che ti dà uno stipendio sicuro dovrebbe spostarti al marketing.
Per mia esperienza, considerando che lavoro in HR, al Marketing ci spostiamo solo i casi clinici.
Tu dov’è che lavori, scusa?
Ps. Se ci vai dimmelo che ti porto la dissennatrice che ti dice cosa scegliere.
Ero un caso clinico. Poi sono peggiorato.